In occasione della Conference on Retroviruses and Opportunistic Infections (CROI) – che si è tenuta a San Francisco dal 9 al 12 marzo – Gilead ha presentato i primi dati del suo studio di Fase I, attualmente in corso, che esamina due nuove formulazioni annuali di lenacapavir – inibitore iniettabile del capside dell’HIV-1 – come profilassi pre-esposizione (PrEP).
I dati sono stati anche pubblicati da The Lancet. Sulla base delle evidenze raccolte Gilead prevede di lanciare uno studio di Fase III nella seconda metà del 2025.
Cosa è emerso
I dati dello studio di fase I hanno mostrato come, nei partecipanti, le due diverse formulazioni di lenacapavir -somministrato una volta all’anno tramite iniezione intramuscolare – abbiano raggiunto e mantenuto concentrazioni plasmatiche superiori a quelle osservate in due precedenti studi, PURPOSE 1 (NCT04994509) e PURPOSE 2 (NCT04925752).
I dati degli studi PURPOSE avevano reso conto della superiorità di lenacapavir – somministrato due volte all’anno per via sottocutanea – nel ridurre le infezioni da HIV rispetto alla terapia orale composta dall’associazione a dose fissa di emtricitabina 200 mg e tenofovir disoproxil fumarato 300 mg (F/TDF) in un’ampia e geograficamente diversificata gamma di persone.
Lo studio di Fase I
Il recente studio di fase I ha valutato la farmacocinetica, la sicurezza e la tollerabilità di due formulazioni intramuscolari di lenacapavir in dose singola da 5000 mg.
Il lavoro scientifico ha coinvolto 40 adulti sani a basso rischio di acquisizione dell’HIV, di età compresa tra 18 e 55 anni, con un indice di massa corporea inferiore o uguale a 35 Kg.
Le concentrazioni plasmatiche di lenacapavir sono rimaste al di sopra della concentrazione efficace del 95% per almeno 56 settimane con entrambe le formulazioni. Inoltre, le concentrazioni minime mediane di entrambe le formulazioni di lenacapavir annuale, alla settimana 52 (57,0 ng/mL e 65,6 ng/mL) erano più elevate di quelle osservate con lenacapavir due volte all’anno negli studi PURPOSE 1 e PURPOSE 2 alla settimana 26 (23,4 ng/mL).
L’evento avverso più comunemente riportato per entrambe le formulazioni intramuscolari studiate è stato il dolore al sito di iniezione.
Altre evidenze su lenacapavir
Nel corso della Conference on Retroviruses and Opportunistic Infections sono stati presentati anche i primi dati di un’indagine qualitativa- effettuata tra le donne cisgender dell’Africa subsahariana – che ha valutato il lenacapavir somministrato semestralmente per via sottocutanea come PrEP.
Sono state elaborate le preferenze auto-riportate di 2.561 partecipanti. Due terzi degli intervistati hanno riferito – alla settimana 52 della loro partecipazione allo studio PURPOSE 1 – di preferire il lenacapavir somministrato semestralmente per via sottocutanea, a fronte di meno di un terzo che si è detto favorevole all’assunzione giornaliera delle compresse.
Inoltre, il 61% degli intervistati ha riferito che si sarebbe sentito più protetto dall’HIV con le iniezioni semestrali rispetto alle pillole assunte una volta al giorno.
I dati qualitativi raccolti da 108 partecipanti hanno inoltre fatto emergere come gli intervistati, in particolare gli adolescenti di età compresa tra 16 e 17 anni, abbiano dichiarato che la somministrazione sottocutanea semestrale di lenacapavir si adattasse meglio al loro stile di vita rispetto alle compresse assunte una volta al giorno.
Dal punto di vista clinico, lo studio PURPOSE 1 ha inoltre evidenziato come i 56 adolescenti assegnati al gruppo lenacapavir abbiano mostrato concentrazioni plasmatiche del farmaco comparabili a quelle degli adulti.
“Il lenacapavir una volta all’anno, se approvato – conclude Jared Baeten, Senior Vice President, Virology Therapeutic Area Head, Gilead Sciences – potrebbe diventare un’importante nuova opzione di prevenzione dell’HIV, in grado di affrontare le sfide di aderenza e alla PrEP per le persone in tutto il mondo che hanno bisogno o desiderano questa profilassi”.